I gatti sono animali misteriosi ed enigmatici, riuscire ad entrare in sintonia con loro risulta spesso difficile. Non tutti sanno però che anche i gatti possono essere educati nonostante la loro indole indomita.
Se avete appena adottato un gatto, dopo aver letto l’articolo “ADOTTARE UN GATTO: COSA SAPERE E COSA FARE, leggete di seguito le nostre indicazioni su come educarlo al meglio.
IL GATTO: MITI E CREDENZE
Il gatto è l’animale domestico predatore per eccellenza, l’idea comune che si ha di questo amico a quattro zampe è di un animale indipendente, incline alle coccole quando vuole lui, impegnato a cacciare per buona parte della giornata e ad oziare per il resto, un animale che ci considera solo quando ha fame e richiede il cibo varie volte al giorno.
Quello che le persone non sanno è che è possibile educare un gatto nonostante la sua indole solitaria e indipendente ma non è di certo facile: tutto ciò richiede molta empatia e pazienza ma una conoscenza etologica del gatto garantisce un risultato migliore.
Chi ha un gatto sa bene che se lo richiami non torna quando vuoi tu ma quando vuole lui; che non mangia quando gli metti le crocchette ma quando le richiede lui; che se lo stai accarezzando e si stanca può improvvisamente soffiarti e graffiarti.
Si pensa comunemente che il gatto sia poco interessato alle nostre richieste e attenzioni, in realtà basta usare la chiave giusta per riuscire ad ottenere molto dal nostro amico felino.
IL GATTO: CARATTERISTICHE ETOLOGICHE
Il comportamento di un animale dipende dalle sue caratteristiche etologiche, cani e gatti sono gli animali domestici per eccellenza e spesso facciamo fatica a considerarli diversi tra loro, ma anche diversi da noi.
Spesso tendiamo a considerare l’animale domestico come se fosse un umano, cataloghiamo i suoi comportamenti in giusti o non giusti basandoci sulla conoscenza del comportamento umano.
Lo sbaglio che facciamo frequentemente è proprio questo: pensare che gli animali abbiano la struttura cerebrale per ragionare come noi.
Il gatto domestico
Mentre l’antenato del cane è il Lupo, un animale che basa la sua vita sociale sul branco con gerarchie specifiche e cooperazione tra tutti membri del branco, per il gatto domestico l’antenato è il Gatto Selvatico, un animale solitario che socializza solo durante il periodo dell’accoppiamento; un animale che possiede e difende un territorio da solo, che caccia da solo e che cresce i cuccioli da solo.
I gatti domestici hanno preso davvero poco dei loro antenati selvatici, ne conservano l’indipendenza, l’inclinazione alla vita solitaria e la “selvaticità”, questo perché l’addomesticamento del gatto è avvenuto in epoche più recenti e perché al gatto è consentito spaziare nel territorio liberamente, difenderlo e cacciare.
Il gatto, anche se domestico, può soddisfare i suoi bisogni autonomamente e indipendentemente dall’ uomo.
Studi hanno dimostrato, comunque, che nel corso dei secoli il gatto ha modificato il suo comportamento per riuscire a vivere insieme all’ uomo.
Il miagolio, ad esempio, è uno strumento che il gatto ha imparato ad utilizzare nel tempo per comunicare con l’uomo.
In natura vige la comunicazione corporea e l’olfatto tra i felini, il fatto che il gatto risponda al nostro richiamo vocale indica che si è adattato ed è stato per lui un rinforzo positivo per ricevere qualcosa in cambio, che di solito è il cibo. Se vuoi approfondire l’aspetto del miagolio del tuo micio, leggi il nostro articolo “GATTO CHE MIAGOLA: ECCO COSA VUOLE DIRCI“.
È proprio attraverso l’utilizzo del cibo, bisogno primario degli animali, che è possibile educare un gatto ad avere dei comportamenti richiesti da noi umani. Il soddisfacimento dei bisogni (cibo, territorio, accoppiamento) è quello che ci permette di instaurare un rapporto equilibrato con il nostro amico a quattro zampe.
Educare il gatto con il rinforzo positivo
Il rinforzo positivo è un metodo usato per educare il gatto ( ma anche il cane e altre specie animali) che consiste nel premiare il nostro amico a quattro zampe nel momento in cui adotta un comportamento da noi richiesto e considerato esatto.
Il soddisfacimento di questo bisogno primario fa si che per il gatto la richiesta abbia una valenza positiva, usare il rinforzo positivo è molto più utile ed efficace che adottare soluzioni punitive.
Facciamo alcuni esempi:
- Se il nostro gatto ha adottato la tecnica di miagolare insistentemente per ottenere il cibo e le sue richieste sono svariate durante il giorno, dargli da mangiare ogni volta che adotta questo comportamento causa l’effetto contrario.
- Premiarlo con il cibo quando adotta un comportamento tranquillo e senza richiami insistenti, lo indurrà a adottare quel comportamento che per noi è corretto.
- Usare punizioni indurrà il gatto ad allontanarsi da noi, ad evitarci e accrescerà il suo livello di indipendenza.
- Dare al gatto una motivazione è uno strumento che ci darà risultati positivi e sorprendenti, ci permetterà di instaurare con lui un rapporto tranquillo ed equilibrato.
Se i bisogni sono soddisfatti non c’è bisogno di allarmarsi!
COME ADDESTRARE UN GATTO
Se educare un gatto è possibile vediamo insieme se è possibile addestrarlo.
La differenza tra educazione e addestramento sta nel fatto che la prima significa tirare fuori una potenzialità e un modo di comportarsi, la seconda significa imparare a fare qualcosa di specifico.
Non vi è addestramento senza educazione!
L’addestramento, quindi, è la fase successiva rispetto all’ educazione e significa, appunto, far imparare qualcosa di specifico all’ animale. Ma cosa può imparare a fare il nostro gatto?
In realtà gli esercizi che possiamo insegnare al nostro gatto dipendono dal tempo e dalla pazienza che abbiamo noi, di sicuro gli si può insegnare a fare il seduto e dare la zampa.
Per insegnare al gatto a fare il seduto e dare la zampa, bisognerà utilizzare il cibo come premio. Il premio deve essere dato al gatto nel momento immediatamente successivo al comportamento eseguito correttamente. Gli esercizi vanno eseguiti più volte e tutti i giorni, non possiamo pretendere che il gatto esegua l’esercizio alla prima volta che glielo chiediamo. L’esercizio corretto va assimilato bene e solo la ripetizione costante può far si che questo succeda.
All’ inizio del nostro addestramento la ricompensa verrà data ogni qual volta il gatto esegue correttamente la figura richiesta; nel tempo l’uso del cubo può essere dato in maniera limitata, ad esempio alla fine di una sequenza di figure (seduto, zampa, ricompensa).
Una cosa utile che può essere insegnata al nostro gatto è rispondere al richiamo ed è forse l’esercizio più facile da far assimilare.
La sequenza è molto semplice, chiamo per nome il gatto e nel momento in cui si avvicina, subito dopo aver detto il suo nome, lo premio con il cibo. Ricordiamo che la ripetizione degli esercizi è fondamentale per assimilare il comportamento giusto.
Consigli utili per addestrare un gatto
Come per tutti gli animali, educare o addestrare un cucciolo è sicuramente più facile che farlo con un animale adulto. (Se vuoi approfondire il tema sull’educazione di un gattino, leggi l’articolo “EDUCARE UN GATTINO: I CONSIGLI DELL ‘ESPERTA“).
La questione è ancora più complicata se il gatto in questione è stato abbandonato, se ha vissuto in libertà per diverso tempo della sua vita oppure se è stato tolto alla madre troppo presto.
I gatti che hanno acquisito problemi comportamentali dovuti a svariati motivi, sono purtroppo ancora più difficili da educare. Ma tutto è possibile e la natura ci insegna che con alcune piccole regole tutto si riequilibra.
Educare un gatto richiede pazienza e una buona dose di empatia.
Amare gli animali significa, anche, conoscenza della specie e ne deriva un profondo rispetto e comprensione dell’animale.
Noi di Pet Vip ricordiamo sempre che l’amore e il rispetto sono alla base di qualsiasi rapporto con i nostri amici a quattro zampe!